martedì 3 giugno 2008

CHARLES BAUDELAIRE: SPLEEN - CORRISPONDENZE

BIOGRAFIA DELL’AUTORE:
Charles Baudelaire, poeta e critico letterario francese, naque a Parigi il 9 aprile del 1821 dal matrimonio tra l’ex sacerdote sessantenne Joseph-Francois, funzionario di stato, e la giovanissima Archimbaut-Dufays. A sei anni rimase orfano di padre. Caroline, rimasta vedova, decise di sposare Jacques Aupick, un tenente colonnello che, a causa della sua severità, si guadagno da subito l’odio del piccolo Charles.Nel 1833 per volontà del patrigno, entrò al Collège Royal, ma a causa della sua vita sregolata e dei cattivi ambienti frequentati Baudelaire fù costretto a lasciare il college e a imbarcasi per l’India sulla nave Paquebot des Mers du Sud. Con questa esperienza nasce l’amore di Baudelaire per l’esotismo, amore che verrà poi manifestato in seguito nella sua opera più famosa: I fleurd du mal (I fiori del male).Dopo dieci mesi dalla sua partenza, Baudelaire ritornò a Parigi, dove aveva conosciuto Gerard de Nervale, si avvicina a Gautier al quale si ispira a livello sia artistico che spirituale; in questo stesso periodo incontra Jeanne Duval una ragazza con la quale intraprende un’intensa stroria d’amore e che sarà in seguito per lui un grande fonte d’ispirazione.Baudelaire conduceva una vita dispendiosa che intaccò ben presto la metà del patrimonio lasciatogli dal padre, la madre, su pressione del patrigno, decise di interdire il figlio e di affidare il suo patrimonio a Ancelle, notaio a Neuille. L’anno seguente Baudelaire tentò per la prima volta il suicidio.Nel 1848 partecipò ai moti rivoluzionari di Parigi. Nel 1857 pubblicò presso l'editore Poulet-Malassis, I fiori del male, raccolta che comprendeva cento poesie, l'opera fu sequestrata e l'editore e l'autore accusati di pubblicazione oscena, il processo si concluse la censura di sei poesie e con una multa.Nel 1861 tentò nuovamente il suicidio. Nel 1864, dopo un fallito tentativo di farsi ammettere all'Acadèmie francaise, lasciò Parigi e si trasferì a Bruxelles.Il 31 agosto del 1867 Charles Boudelaire muore, le sue spoglie vengono tumulate nel cimitero di Montparnasse proprio acanto al patrigno tanto odiato.

SPLEEN:
Quando il cielo basso e greve pesantemente incombe ( AnaforaAntitesi )

sullo spirito che geme in preda a lunghe pene, ( Antitesi )
e serrando tutto il giro d’orizzonte versa
una luce nera più triste della notte; ( Ossimoro )

quando la terra si trasforma in umida cella, ( Anafora )
dove la Speranza, come un pipistrello, (Persinificazine- Similitudine )
sbatte contro i muri con le timide ali ( Ipallage)
e urta con la testa nei soffitti marciti;

quando la pioggia spiegando le sue immense strisce ( Anafora )
imita le sbarre di una prigione smisurata ( Similitudine )
e un muto popolo di ragni si mette, infame ( Personificazione - Analogia )
a tessere la sua tela dentro il nostro cervello, ( Analogia )

con furia all’improvviso esplodono campane
lanciano verso il cielo un urlo orrendo ( Metafora )
che sembra il gemito ostinato ( Similitudine )
di erranti spiriti senza patria.

- E senza musica né fanfara, lunghi carri funebri ( Metafora )
sfilano lentamente nella mia anima; sconfitta
piange la Speranza e, dispotica, l’Angoscia atroce ( Personificazione )
Sul mio cranio arreso pianta il vessillo nero. ( Ipallage)

Il termine "spleen", che rappresenta uno dei temi centrali della poesia di Baudelarie, può essere tradotto con il francese "ennui" e corrisponde all'italiano noia, intesa, però, nell'accezione più piena e profonda di noia esistenziale. Il senso complessivo del testo è semplice: la descrizione, ottenuta attraverso la personificazione di alcuni stati d'animo, dell'angoscia che schiaccia, nella mente del poeta, tutti gli altri pensieri. Le caratteristiche principali, invece, sono due: l'antitesi fra simbolismo e realismo (immagini vivide e concrete che stanno a simboleggiare altro) e l'accostamento di elementi dotati di scarsa dignità letteraria e lo stile elevato con cui il poeta ne parla.


CORRISPONDENZE:
La Natura è un tempio dove vivi pilastri ( Personificazione - Analogia )

lasciano talvolta scaturire confuse parole; ( Metafora )
l’uomo l’attraversa tra foreste di simboli ( Metafora )
che l’osservano con sguardi familiari:

Come da lontano lunghi echi si confondono
in fonda unità tenebrosa
vasta come il chiarore e la notte, ( Similitudine )
così i profumi, i colori e i suoni si rispondono.

Profumi freschi come la carnee dell’infanzia, (Sinestesia Similitudine )
dolci come l’oboe, verdiI come i prati, (SinestesiaSimilitudine )
- e altri, ricchi, trionfanti e putrefatti, ( Sinestesia)

esalanti l’abbandono delle cose infinite:
l’incenso e l’ambra, il muschio e il benzoino, ( Analogia )
che cantano lo slancio dell’anima e dei sensi. ( Analogia )

Per Baudelaire la natura è un luogo sacro, pieno di segreti; ma dove tutto ha un significato. Le sensazioni olfattive, visive, uditivee si rispondono reciprocamente. In tal modo egli dichiara la sua concezione della conoscenza: conoscere significa rompere il velo che ci separa dalle cose e leggere i significati nascosti, i simboli che ci circondano.
La natura è una creazione complessa, una foresta di simboli da decifrare. La poesia si offre come una teorizzazione poetica dell'analogia che l'autore coltivò in modo particolare stabilendo tra le parole accostamenti inusuali, al di là del valore semantico di base.


FIGURE RETORICHE:
Anafora: ripetizione di una o più parole all’inizio di enunciati o di segmenti di essi.


Antitesi: si pongono in contrapposizione idee tra loro opposte.

Ossimoro: due termini tra loro opposti sono uniti in un unico sintagma.

Personificazione: raffigurazione di animali, cose o entità astratte come se fossero persone.

Similitudine: paragonare fra di loro due persone, animali, cose, azioni, avvenimenti, ecc. in base a somiglianze che si individuano fra i due termini.

Ipallage: attribuire ad un elemento della frase un attributo o un verbo che logicamente andrebbe rivolto a un altro elemento.

Metafora: usare un termine o un concetto nel suo significato proprio, sostituendolo con un altro con cui abbia dei rapporti di somiglianza.

Sinestesia: accostamenti di aggettivi appartenenti a sfere sensoriali diverse.

Analogia: procedimento logico con cui si cerca di estendere l'applicabilità di talune proprietà o regole da un caso noto e definito, ad altri casi che presentino aspetti di ragionevole somiglianza.

venerdì 23 maggio 2008

L’acqua come fonte di vita o come fonte di distruzione

L’acqua è quell’elemento da cui tutto ha avuto e ha inizio diventando così anche la condizione necessari a, dichiara Ph. Ball in “ h2o una biografia dell’acqua”, perché gli esseri viventi , piante , animali, uomini, possano continuare a vivere.
Tuttavia, in Atti della Giornata mondiale per l’alimentazione 2002, viene affermato il fatto che questa fondamentale risorsa è limitata e, in alcune situazioni comincia anche a scarseggiare, pur ricoprendo la maggior parte del globo terrestre.
Ma ciò che in Italia è un problema, in Bengala Desh può diventare un dramma.
M. Merzoga, in sole 24 ore”Un patto sul colore dell’acqua”, dichiara che se alcune zone come più facilmente quelle dell’Africa( Niger, Senegal, Mali ) attraversano un periodo di siccità, migliaia o addirittura milioni di persone muoiono di fame.
La scarsità dell’acqua è dovuta soprattutto al fatto che in più di occasione essa è sprecata con ad esempio semplici perdite delle tubature; sporcata, con un inefficienza dell’agricoltura; ignorata e dimenticata, forse più di qualunque altra risorsa naturale, con evitabili contaminazioni.
Alcune sostanze come i metalli pesanti o quantità notevoli di prodotti chimici o in genere i rifiuti risultano essere caratterizzati da tossicità rappresentando, afferma così G. Corbellini in “ Una molecola nell’oceano, in sole 24 ore 5 gennaio 2003, un grave rischio di morte per l’umanità nel vincolare gli agenti di malattie come il tifo e la colera o nel favorire lo sviluppo di artropodi in grado di trasmettere la malaria.
In “l’acqua come risorsa: associazione romagnola ricerca tumori” viene esplicitato che nel corso del proprio ciclo idrico, l’acqua subisce l’inquinamento organico: deviazioni di origine umana e animale e scarti fibrosi della produzione agricoltura.
La quantità d’acqua disponibile può essere aumentata sia creando bacini di raccolta, sia sbarrando il corso dei fiumi, sia trivellando pozzi per estrarla dal sottosuolo, oppure conservare quella da cui si dispone migliorando l’efficienza dell’irrigazione o scegliendo un limite alla produzione.
Ci si può oltre avvalere di piccoli aerei che volano alla base dei sistemi nuvolosi, rilasciando microscopiche particelle di ioduro di argento in grado di accelerare il processo di condensazione trasformando il vapore in pioggia che cade al suolo( AGRICOLTURA marzo/aprile 2002).
Per risolvere il problema dell’assenza e contaminazione dell’acqua occorre quindi, come dichiarato in “Atti della Giornata mondiale per l’alimentazione 2002, migliorare la conoscenza e la tutela dell’acqua come l’elemento fondamentale esistente in natura e dell’acqua come risorsa dello sviluppo, necessaria per la vita, per la città, per le campagne , per l’agricoltura ed una sana alimentazione, ma in particolare per la saluta e la propria vita.

venerdì 28 marzo 2008

DISAGIO ESISTENZIALE DI BERTO

Berto, un uomo di città non abituato alla vita campagnola che vive a Torino, si sente dunque a disagio verso odori, paesaggi, stili di vita della campagna, contrari al suo solito.
Berto fa dunque fatica ad accettare il fatto che in famiglia, e in paese le donne siano scontrose e rudi a differenza delle ragazze che solitamente corteggiava, solo Gisella sembra non corrispondere a questa vita rustica femminile.
Non avendo mai visto le colline Berto associa ad esse figure ambigue, rimanendone a vuole affascinato a contrario dell’odore del fieno a lui insopportabile.
Berto viene soprattutto disagiato dal fatto che in campagna si debba lavare quando ce nè bisogno, includendo perciò anche la domenica.
Ma il fatto è che i familiari lo ritengono responsabile della custodia di Talino cosa che Berto non vuole accettare.
Da questi fatti Berto non resterà a lungo in campagna e ritornerà a Torino a vivere la sua vita da città.

PAESI TUOI di CESARE PAVESE: RIASSUNTO

Berto è un esperto meccanico di Torino il quale; durante il periodo trascorso in prigione, conosce dove è rinchiuso un uomo di campagna di nome Talino, rude e goffo lavoratore di campi privo soprattutto di un’ acuta intelligenza, messo in prigione per aver bruciato una cascina.
Scarcerato, Berto viene convinto da Talino a tornare in campagna, a Monticello, dove avrebbe potuto guadagnarsi da vivere, essendo un bravo meccanico, sistemando la trebbiatrice di famiglia che nel frattempo si era rotta.
L’uomo accetta , scoprendo successivamente che lo scopo dell’amico era quello di farsi proteggere da eventuali vendette per il capanno bruciato.
Berto è però abituato alla vita cittadina e non a quella campagnola, giunto, infatti, rimane come disorientato da quell’odore del fieno, dalle forme ambigue delle colline, dalla famiglia di Talino, dove persino le donne hanno un carattere rude e grottesco, tutte sotto il comando del padre. Vinverra.
L’unica persona che sembra essere èstranea a quella “selvaggia “ campagna in cui Berto si ritrova, è la sorella di Talino, Gisella , ragazza di pura bellezza che entra subito negli interessi del protagonista.
A poco a poco tra i due nasce l’amore il quale viene però spezzato dalla gelosia di Talino, egli aveva infatti avuto altri rapporti con la sorella, ma vinto dalla sua indole crudele e violenta, il giorno della trebbiatura, finisce per ucciderla.

lunedì 17 marzo 2008

IL DISABILE NELLA SOCIETA'

Fin all’antichità il disabile viene considerato un uomo malato incapace di lavorare e quindi di essere utile; la Roma imperiale privava infatti i disabili dei diritti più elementari non essendo in grado di contribuire alla forza bellica dell’impero.
L’integrazione del disabile nella società è ora molto cambiata per il fatto che vengono considerati maggiormente, sono state costruite, e tutt’ora, case che cercano di far fronte ai bisogni e alle richieste di vita autonoma delle persone con disabilità facendo trovare , afferma Annamaria Cremona in “Famiglia e Solidarietà Sociale verso il disabile”, la propia stanza ,con i propi effetti ed oggetti al ritorno alla sera dopo una giornata al centro Diurno o al lavoro.
Ad un disabile con capacità di vivere una vita autonoma, la società gli consente di allontanarsi dal nucleo familiare vivendo senza il sostegno e l’aiuto diretto e continuo della famiglia d’origine.
Un problema che non si eliminerà mai dichiara sempre Annamaria Cremona, è il bisogno di assistenza per le persone con grave disabilità soprattutto per le quali l’affrontare i disagi della quotidianità da una parte il raggiungimento di una certa autonomia personale e l’integrazione delle proprio competenze con quelle degli altri, dall’altra l’essere riconosciute dalla società come presone adulte e di conseguenza il sentirsi veramente tali.
Per questo bisogno di assistenza gli Enti locali hanno predisposto progressivamente una serie di strutture residenziali con diverse caratteristiche destinate alle persone la cui possibilità di vivere una vita indipendente appare difficile.
Il disabile però non potrà mai integrarsi se la società non ha la piena volontà per aiutarlo.
Infatti molte volte i disabili sono impossibilitati anche nelle cose più semplici come entrare in farmacia o avere un conto corrente bancario per l’assenza di rampe( testimonianza di Maria Graviati, mamma di un bimbo affetto da schiena bifida).
Adolf D. Ratzka, dr in medicina, come disabile afferma che ancora in molti paesi gli autobus sono costruiti senza considerare i bisogni di tutti gli utenti.
Il problema allora è che la sociètà in certi aspetti deve ancora migliorare perché non considera il disabile come una risorsa, ma bensì come un elemento destabilizzante, dell’equilibrio stesso, a causa della sua “soggettività”.
Il fatto è che, dichiara Diego Bancleo nell’ “Inserimento del disabile nella società”, la presenza del disabile richiede una revisione della didattica, dell’organizzazione, dell’intensità delle relazione umane e delle abitudini professionali.
Tale problema si sente in particolar modo nelle organizzazioni di tipo produttivo ove, la tendenza ad appiattare la diversità richiedono al singolo di adeguarsi al sistema e ai suoi obbiettivi, è maggiore.
Vincenzo Bozza in “handicap: come garantire una reale integrazione” dichiara che avere un Handicap, a causa di una minoranza fisica, sensoriale o intellettiva, non significa di per sé essere malato o bisognoso di assistenza.
Per fortuna la maggioranza delle persone in situazione di handicap ha potenzialità e capacità propie e può vivere una vita normale, a condizione però che siano eliminati gli ostacoli che impediscano la piena integrazione sociale.
A tutti, anche a chi ha una limitata o nulla autonomia, va comunque garantita piena dignità a l’accesso ai servizi sociali al pari di tutti i cittadini.
Per garantire una reale integrazione sociale al disabile non dobbiamo allora fermarci o lasciarci bloccare dalla sua diversità, perché più noi lo vediamo come un estraneo più lo allontaniamo ad avere una vita normale; quindi smettiamo di basarcisul fatto di quanto il disabile può essere utile alla società ma accettiamolo per quello che è: un uomo.